sabato 24 ottobre 2009

Lessico famigliare - Natalia Ginzburg insegna


Marmellata piccante di cipolle, inserito originariamente da la tartina.

Esistono detti a mio parere un po' controversi, il cui senso può essere facilmente alterato oppure male interpretato. "Ma parla come mangi!" è, a mio parere, uno di questi. Il proverbio, infatti, cercherebbe di consigliare all'interessato un uso del linguaggio più appropriato e più consono alla situazione in cui si trova: per esempio, se ci stessimo rivolgendo ad un bambino, non dovremmo usare paroloni come eccipiente o spiritualità (per non parlare di edulcorante), anche perché il povero innocente non ne coglierebbe il significato. Tuttavia, l'antico detto potrebbe essere decifrato erroneamente: chi mentre mangia è abituato a ruminare a bocca aperta come una mucca, potrebbe avvalersi del diritto di parlare in modo sboccato e rozzo; chi invece si attiene alle regole del galateo anche quando fa colazione da solo in cucina, si sentirebbe in dovere di parlare solamente attraverso un linguaggio aulico e ricercato. Per evitare problemi, dovremmo solo parlare con semplicità e spontaneità, sentendoci a nostro agio con i termini e le desinenze che tiriamo in ballo. L'unico ambito in cui possiamo permetterci di sgarrare, è in assoluto quello familiare. Anzi, in famiglia c'è secondo me la licenza, anzi l'obbligo di utilizzare parole che fuori non sarebbero neanche comprese, neologismi a cui siamo affezionati venuti fuori dalle abitudini che abbiamo acquisito a casa. Ciò non significa che nell'ambiente domestico ci sia il dovere di utilizzare parolacce, imprecazioni o volgarità simili (anche se, confesso, ogni tanto quando ci vuole ci vuole! il tutto meglio dentro le nostre amabili mura che a cielo aperto); io mi sto riferendo a quei termini anche inventati che però, nell'ambiente familiare, hanno il loro porco significato (scusate il francesismo). C'è chi in casa il proprio padre lo chiama "babbo", chi "papà", chi "pé", chi "padre", io Cioppo. Io per mia mamma sono Bubisa (per favore, non chiedetemi l'assurdo motivo della scelta del soprannome, perché non lo so neppure io). Da quando sono piccola mio padre ha l'abitudine, ogni giorno, di dedicare un'ora a ginnastica e pesi (prima li teneva sotto il letto, è un culturista mancato a mio parere): ecco, è da quando ero piccola che tale consuetudine va sotto il nome di opi-opi. Ancora oggi, quando mio padre di pomeriggio sparisce, è perché è a fare opi opi, appunto. Le pantofole sono le pappusse. Per una mia infantile storpiatura - che si è protratta fino alla seconda elementare, ma lasciamo perdere, il cinema è il cimena. Senza continuare ad aumentare il mio imbarazzo per queste confessioni, vi invito a non dimenticare le vostre personali perle lessicali, ben più intrise di valore di un "retorico-semantico" o di una "psicostasia" o ancora di un "sincretismo".

Rimanendo in tema domestico, vi segnalo oggi una ricetta nata dalla mente creativa di mia madre: una marmellata agrodolce ottima se accompagnata da formaggi e crostini di pane.


Marmellata piccante di cipolle

Ingredienti:

1 kg cipolle rosse (in estate quelle di Tropea, se si gradisce un sapore più delicato)
500 g zucchero
da mezzo a un intero peperoncino lungo piccante (dipende se si preferisce un gusto più deciso o più delicato)

Procedimento:

Pulire le cipolle e tagliarle a lamelle sottili (si piange tanto!), quindi aggiungere lo zucchero, il peperoncino e un bicchiere d’acqua in una padella a bordi alti (saltapasta) e antiaderente.
Porre sul fuoco e far bollire lentamente per circa un’ora e 30 minuti. Se vi accorgete che si sta asciugando potete anche ridurre i tempi di cottura o prolungarli in caso contrario. Se vi piace il gusto del miele mettete un etto in meno di zucchero e aggiungete a metà cottura un etto di miele. Servire con pecorini stagionati.

18 commenti:

eli ha detto...

ahahah! bellissimo papà Cioppo, sembra un personaggio delle fiabe.
A casa mia è rimasta la storpiatura della parola yogurt che mio figlio da piccolo chiamava "gughi"

Sulla marmellata di cipolle sorvolo, anche se scommetto sia buonissima!
Se dovessi prepararla mio marito non esiterebbe a chiedere il divorzio eheheh!
Un bacione e buona domenica!

Carolina ha detto...

A casa mia ne abbiamo una lista con la quale potrei intasarti i commenti...
Tra mia sorella e la sottoscritta ci siamo proprio "sdate"!!! Vedo di metterti le più significative:
- cibiletta: all'asilo per me era la bicicletta e le suore non l'hanno mai capito nonostante i miei pianti disperati...
- gomitare: voce del verbo vomitare. "Mi scappa da gomitare" per me era un classico
- cu: il succo di frutta secondo mia sorella
- dada: il nome che mi è stato affibbiato da quell'incapace di mia sorella che di parlare per bene non voleva saperne. Fatto sta che ancora oggi io sono "dada" per parenti e amici...
- scancellare: voce del verbo cancellare... Ma questo credo che siamo stati in tanti ad usarlo...
- sfosforescente: questi erano gli evidenziatori...
Tranquilla, sei in buona compagnia!
Buona giornata.

tartina ha detto...

@eli: non è un amante di cipolle, scalogni e affini? peccato, coi formaggi è veramente buona :)
baci!

@carol: ahahah fantastica, la tua lista! io invece, per una personale storpiatura del mio stesso nome, sono stata fino all'età di 14 anni "duda". "duda" e "dada" potrebbe essere il nome di un nuovo emozionante telefilm! ahahah
buona domenica, dear

Mammazan ha detto...

Bravisssima!!
hai citato il bel libro della Ginzburg .... ti ricordo di Maria Temporala????
Anche noi in casa usavamo dei diminutivi come : Ro per Rosina , Gra per Grazia, Manuè per Emanuele..Leonà per Leonardo.
Io poi sono diventata AIA che era il risultato della contrazione fatta da mio fratello quando era piccolo e che stava per Grazia Maria e tale sono rimasta anche per sua moglie...
Grazie per avermi fatto notare il neologismo che ho involontariamente creato nel titolo del mio ultimo post, frutto di un errore di battitura....ma è più carino paterelle o pasterelle come ho da poco corretto??
Ottima la marmellata di cipolle rosse, anche io l'avevo prepararta e regalata e se la sono mangiata sul pane!!!
Buona domenica!!

Mammazan ha detto...

Mi è venuto in mente Manghillenga così mio fratello chiamava la caramella!!!

le pupille gustative ha detto...

Ma quanto hai ragione, anche noi abbiamo tutto un nostro modo di chiamare le cose di casa, oltre un sacco di frasi fatte che sono un codice criptato mio e di mia madre, uniche donne in una casa che pullula di uomini. Un codice che ci sostiene e ci fa sempre ridere. Bellissimo il libro, lo lessi molti anni fa, davvero meraviglioso. COme la tua marmellata. Un bacione

tartina ha detto...

@Mammazan: ahahahah allora era paStarelle! ecco perché non avevo mai sentito parlare delle PATARELLE! che figura ^//^

@le pupille gustative: fate valere il Vocabolario Rosa, allora :D baci!

Manuela e Silvia ha detto...

Ciaoo! tra le marmellate, questa è la nostra preferita...anch eperchè è stato il notro primo esperimento! ci piac eil tocco dle peperoncino ed anche l'idea del miele!sicuramente da tenere a mente!
un bacione

Fiordilatte ha detto...

Con questa marmellata mi conquisti subitoooooooo :) Adoro abbinarle ai formaggi!

Uffa, vorrei farti la lista delle parole storpiate anche io, ma me ne vengono in mente solo due:
coRtello invece di coltello
salCiccia invece di salsiccia
purtroppo li ho usati per mooooolto tempo credendo fermamente si dicesse così ^^ In casa poi, niente soprannomi strani...mi sento quasi esclusa! ^^

tartina ha detto...

@manu e silvia: anche voi marmellata di cipolle addict? :D bene bene eheh baci!

@Fiordilatte: ecco, da me invece il coltello adibito per il taglio del pane è la COLTELLA uahah :)))

Serena ha detto...

Mi vengono in mente la locomonotiva (locomotiva), l'aputato (il supermercato), l'inanaffiatoio (annaffiatoio) e il librocudù (un libro sugli animali dove c'era l'illustrazione di un kudu). Mi piace un sacco questa marmellata, in generale adoro tutte le composte adatte ai formaggi, anche se poi ho difficoltà a finirle, perchè in casa le mangio solo io...

Günther ha detto...

molto bello questo post in tutte le famiglie credo che ci siano questi termini, non dico i miei perchè sono inpronunciabili ma sono molto belli, per esempio il telecomando del telivisore lo chiamiano il cip cip

Günther ha detto...

volevo dire televisore pardon

tesargento ha detto...

tesargento è, appunto, il modo in cui i miei fratelli mi chiamano da quand'ero piccola. Semplice gioco di parole tesoro: tes - oro tes - argento: tesargento
me ne hanno dati a centinaia, questo è quello che è sopravvissuto (anche nella versione abbreviata, tesh è per fare prima) e di alcuni ho scoperto il significato solo dopo anni (bscma, con sc pronunciata come sciopero, si è poi scoperto essere una contrazione di bellissima) di altri non l'ho mai scoperto (nghiwi.. ma che vuol dire???)
il senso di tutti, comunque, era lo stesso, creare un legame con me. Che è poi il motivo per cui diamo alle cose nomi diversi da quelli del linguaggio convenzionale, solo noi e le persone che erano presenti al momento in cui quel termine è stato coniato, o quelle che abbiamo voluto rendere partecipi raccontandoglielo, capiranno a cosa ci stiamo riferendo. Un po' come la parola d'ordine di un club esclusivo, una cosa molto bella. La mia migliore amica è in erasmus, quando parliamo tra di noi sembra quasi un'altra lingua tante sono le cose legate a ricordi ed episodi che solo io e lei conosciamo. Le odia, le cipolle, ed io provo sempre a ficcarne qualcuna da qualche parte senza che se ne accorga. Magari potrei prepararle la tua marmellata e mandarla fino in belgio, un bel biglietto - non sono cipolle, questa è marmellata -, chissà che non la convinca a darle una chance.
Buon inizio settimana (per me il we questa volta è finito in ritardo!)
baci
Tesh

tartina ha detto...

@Ondina: haha che carine anche le tue! dai, per fortuna le marmellate sono di quelle delizie a lunga conservazione, un mini barattolo te lo puoi anche fare :)

@Gun: eheh contenta che ti sia piaciuto, simpatico il cip cip!

@tesh: ooh finalmente comprendo il tuo soprannome, cara. era diventato il mio enigma virtuale :) che cosa carina tesargento! comunque anche io ho in pratica una specie di vocabolario segreto con la mia migliore amica, tante sono le parole che capiamo solo noi due :D però un barattolino a tuo uso e consumo potresti anche provarlo ;)

babette ha detto...

Ciaoooo! Come sta la mia tartina preferita??? Occavoli, era da tanto che non passavo a salutarti eh? I'm sorry! L'università ultimamente mi sta distruggendo, non ne posso più, sono stanca! :( I tuoi post mi fanno sorridere come sempre! Mi sono ricordata delle peppette (le scarpette), delle papatine (patatine), della pinzettatrice e di tante altre parole storpiate da piccola che poi in famiglia son rimaste così :) Un mega bacio tartina! :)

Michelangelo ha detto...

mi sono letto tutto di un fiato questa tua piacevole chiacchierata. E, che-tte-lo-dico-affà. c'hai ragione: ognuno ha il suo dialetto personale, piccolo spunto di sana creatività, come questa ottima conserva :)

tartina ha detto...

@babi: uuh infatt imi chiedevo dove fossi finita, mi fa sempre un enorme piacere quando passi a trovarmi :D un bacione cara!

@Michelangelo: contenta di averti deliziato con post e marmellata :P