Da piccola avevo una strana fobia: quella di fare la doccia. Non pensate che volessi andare in giro come una tartina puzzolente, affatto! Piuttosto, mi rifiutavo di lavarmi se non immersa in una vasca di acqua calda con una enorme quantità di schiuma prodotta da saponi profumati (tanto meglio se colorati, o dalla confezione a forma di Sirenetta Disney). Potevo passarci anche le ore, in quella vasca, fino a quando i miei polpastrelli, raggrinziti perché immersi per troppo tempo in una soluzione ipertonica, imploravano pietà, oppure l'acqua diventava fredda ed ero costretta ad uscire, invocando l'aiuto della mia genitrice (ci leggevo anche, nelle vasca). Urli e strepiti erano riservati invece al tentativo di infilarmi sotto la doccia: ne avevo paura ancor prima di vedere il film horror IT, senza un razionale motivo. Fu allora che mia mamma pensò bene di togliermi questa paura di dosso e, ricorrendo ad un rimedio drastico così come aveva fatto col ciuccio (mi fregò dicendomi che un topino ci aveva fatto sopra la pipì: io, anche se di pochi mesi, ero già così tanto schifiltosa che lo abbandonai subito), pensò di tagliare la testa al toro iscrivendomi ad un corso di nuoto. Ebbene sì, nonostante la mia idrofobia, alla graziosa età di 3 anni, mi ritrovai scaraventata in una vasca troppo grande e troppo alta per la mia costituzione fisica, con tanto di doccia obbligatoria al termine del corso. La trovata di mia madre, non senza evidenti traumi, funzionò: non solo superai la mia avversità verso la doccia (che adesso addirittura prediligo al bagno nella vasca), ma detti anche l'inizio ad una duratura carriera sportiva. Dopo averci insegnato a fare la "stellina" e il "morticino" in acqua (odiavo la stellina, nonostante il macabro nome dell'altro esercizio acquatico), l'istruttore ci buttò nell'acqua alta, armandosi di bastone a cui farci attaccare nel momento in cui avessimo presentato delle difficoltà (di movimento e respiratorie, presumo). A 7 anni facevo le vasche con i ragazzini di 11, ed ero contenta di quel doppio impegno settimanale, che comportava anche l'utilizzo di una cuffia di una plastica così rigida e poco elastica da far lacrimare dal dolore quando, al momento della sua collocazione o rimozione dal cranio, entrava in contatto col cuoio capelluto. Mia mamma era realizzata per questa mia attività sportiva che dicono faccia tanto bene ai bambini in quanto forma il fisico (come no, grazie al nuoto adesso mi ritrovo le spalle di un giocatore di rugby con divisa e due polpacci come due palloni aerostatici); mio padre pure era felice, meno che quando doveva sorbirsi l'afa collosa e umidiccia dell'edificio, ragazzini urlanti e tutto quanto comportava lo sport praticato. All'età di 9 anni cominciarono ad avanzarmi proposte sul nuoto agonistico: sapendo quanto mi avrebbe impegnato e non volendo passare la mia vita, appunto, in una piscina, declinai l'offerta, e continuai a fare vasche su vasche senza pretese di agonismo. A 10 anni questa situazione cominciò a starmi stretta: soprattutto, non riuscivo più a sopportare quella sensazione di solitudine che comporta il nuoto. Quando nuoti ci sei solo tu e la vasca (o tu e il mare, o tu e il fiume ecc.). Avevo voglia di interagire, di parlare e non di boccheggiare, insomma di un gioco di squadra. E così, senza neppure avere imparato a fare la capriola sott'acqua (tutt'oggi ne sono incapace), sulla scia del cartone animato Mila&Shiro tanto in voga quegli anni, mi buttai a capofitto nella pallavolo. Il mio rapporto con la pallavolo è durato ben 8 anni. 8 anni di partite, di trasferte interregionali che facevano perdere giornate intere, allenamenti massacranti 4 volte a settimana (manco fossi stata in serie A o in uno squadrone importante, cioè) a cui dovevo presenziare per forza, cognome più volte storpiato dall'arbitro di turno, allenatori vari solitamente uno peggio dell'altro, tifo da stadio, pressione, sudore; ma anche soddisfazioni in caso di vittoria, risate, adrenalina a fiumi e sensazione di dominare il mondo dopo un punto conquistato. Ebbi il ruolo di centrale: potevo sfruttare la mia altezza per schiacciate potenti e muri ben solidi. Sono stati begli anni, a volte il gioco della pallavolo mi manca proprio; tuttavia sono stati ben più i sacrifici che ho dovuto fare, soprattutto quando mi chiamavano a giocare partite anche in categorie più alte della mia. Due partite alla settimana, allenamenti distruttivi, tante pretese e aspettative che non dovevano essere deluse, e le compagne di squadra più grandi che guardavano dall'alto in basso o che non passavano mai la palla. Quando, in seconda liceo classico, il carico di studio stava diventando esageratamente improponibile e il mio entusiasmo verso questo sport era anche decisamente calato, decisi di abbandonare il team. Pur di non restare in panciolle però, mi iscrissi ad un corso di fit-boxe in palestra, che ho praticato per un anno. Di sicuro era ottimo per scaricare stress e nervosismo, ma mi riduceva in condizioni pietose le nocche delle dita (nonostante usassi le fasce di protezione) e le mie compagne di corso erano tutte over 30. Insomma, un anno di saltelli, ganci e destri al ritmo di canzoni dai ritmi più che incalzanti, un'autodifesa sicuramente migliorata e smisi anche la fit-boxe. Complice della scelta, anche l'ingresso all'ultimo anno di liceo con esami di maturità incombenti e un acuto disprezzo e disgusto maturato verso l'ambiente della palestra. Palloni gonfiati fissati col fisico, ragazze anoressiche che si sfinivano sulla cyclette, discorsi su quanto è buona la carne e su quanto fanno bene le proteine in dosi industriali, i soffitti bassi che davano un senso di oppressione, l'odore certamente non dei migliori quando arrivavo io a fine pomeriggio, l'obbligo di essere sempre tirati/truccati/impeccabili e la mia insegnante che mi propinava sempre come compagno di sacco il più inabile alle cui mancanze dovevo sopperire io da sola. Dopo 16 anni di sport ininterrotti, il vuoto: niente yoga, niente ginnastica, niente capoeira o pilates. Comunque sia, poiché sono consapevole dell'importanza di un'attività fisica costante, cerco di condurre in ogni caso una vita attiva e abbastanza frenetica; quando posso, vado a camminare nella campagna desolata che circonda casa mia (ho letto che camminare ad una velocità abbastanza sostenuta è migliore persino di una corsa). E poi ci sono sempre ditness e click del mouse: richiedono poco sforzo e non costringono neanche ad una doccia forzata!
Ideali prima o dopo un'attività sportiva, sono le barrette che vi propongo oggi. La ricetta è tratta dal blog Meringhe alla Panna (ho apportato però delle modifiche sulla scelta degli ingredienti), ed è davvero ottima: sono buonissime a colazione o a merenda, o come spezza-fame. Anche per chi non fa sport ;)
Barrette ai cereali e frutta secca
Ingredienti
80 g zucchero di canna
80 g miele d'acacia
90 g burro
150 g fiocchi di riso e frumento integrale*
50 g uvette
30 g granella di nocciole
50 g semi di girasole
70 g semi di sesamo
1 pizzico di sale
Ingredienti
In un pentolino, far fondere il burro con il miele e lo zucchero, mescolando in continuazione fino a che lo zucchero si sarà sciolto. In una ciotola capiente mescolare i cereali, l'uvetta fatta precedentemente ammollare in acqua tiepida, la granella di nocciole e i semi di sesamo, unendo anche un pizzico di sale. Unire nella ciotola anche il composto di burro, zucchero e miele e mescolare bene. Versare in una teglia rettangolare rivestita da carta da forno il composto e infornare per 35 minuti in forno preriscaldato a 180°. Lasciare raffreddare completamente, quindi tagliare le barrette della forma prescelta. Si conservano rinchiuse in una scatola di latta anche a lungo; si possono rivestire di carta stagnola per portarle e sgranocchiarle dove vogliamo.
*si può scegliere di mettere anche granella di pistacchi, cocco disidratato o muesli, l'importante è che il peso tra cereali e frutta secca sia sempre di 350 g circa; si può aggiungere, se piace, anche un pizzico di cannella
domenica 10 gennaio 2010
Ci vuole un fisico bestiale - Barrette ai cereali e frutta secca
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
19 commenti:
altro che le barrette che si trovano nei supermercati!
Molto molto energetiche e sanissime!
@fiOrdivanilla: esatto! sono diventata dipendente da queste barrette, ti assicuro :P
@BARBARA: sono ricche di carboidrati, perché poi la componente lipidica - se si considera la singola barretta, è davvero minima! tutte energie da spendere subito ;) e sicuramente sì, molto sane :D
che belle sono !io le compro spesso...ora proverò le tue :P
Uh, le voglio anch'io!!! :)
Ma sono super belle! Scommetto che non ti fanno neanche sentire in colpa...
Buonanotte e un bacio.
io adoro le barrette!mi piacciono tanto tanto quelle al cioccolato però ^^ Dovrei provare a farle...magari usando glucosio al posto del miele!
PS cmq secondo me tu hai delle bellissime spalle. Sei così proporzionata e graziosa (dove lo vedi tu il giocatore di rugby????)! :)
Ahahaha che ridere! Sono anche io una di quelle mamme che costringono i figli a fare nuoto perchè è uno sport completo e forma il fisico!
Chissà cosa scriveranno di me i miei figli...
Ma che bella la "granola" home made, sai che la volevo preparare anch'io? Personalmente sono un'antisportiva per eccellenza, odio qualsiasi tipo di attività fisica che non sia camminare da sola in campagna o in montagna, ma non per questo non mi serve energia, no?
bellissima come idea!! io vivo di barrette! me ne faccio fuori almeno 2 al giorno! devo provare questa ricetta!
@Sara: saretta, bentornata! guarda, non hanno niente a che vedere con quelle confezionate ;)
@Caro: no anzi! ti rigenerano e sembra di acquistare salute ad ogni seme di sesamo inglobato :) baci!
@Fiordilatte: anche io avevo pensato alla versione con gocce di cioccolato :P provale col glucosio e poi fammi sapere! grazie per le spalle, in effetti possono andare, ma i polpacci, quelli nou :(
@lucia: no, ma io sono contenta che mia mamma mi abbia iscritto a nuoto piuttosto che a ginnastica ritmica o artistica, come di solito succede! scriveranno bene, ne sono sicura eheh
@Ondina: ma cosa c'è di meglio di una bella passeggiata? e di una GRANLA home-made dopo? :D
@Micaela: allora le devi provare: il gusto è decisamente migliore di quelle preconfezionate, e poi si conservano per molto tempo ;)
Ehi, wow... Io invece voglio fare la granola per lo yogurt di Foodbeam, ci penso da un bel po'!
Sai qual è la mia fobia? Lo sport. Lo ODIO. Mi portavano a nuoto all'asilo e già a quattro anni odiavo stare in costume perché cicciotta. Poi ho provato pallavolo alle elementari. Il pensiero dell'allenamento imminente mi faceva impazzire. Alle medie ho dovuto far nuoto per due mesi per la scoliosi. Ogni volta ci provavo: "Mamma, non mi sento tanto bene, forse è meglio che non ci vada..." Poi karate. Anche se lì dovevo solo correre in tondo e mollare un paio di calci molto poco convinti (una cosa molto all'acqua di rose, non sudavo nemmeno!), era una tortura. L'anno scorso in palestra. Ho resistito due mesi, poi stufa del tipo (come si dice? Allenatore?) che ogni volta che ci andavo, ovvero 3 volte la settimana, metteva su un'arai funerea e mi chiedeva: "Allora, quanti chili hai perso adesso?", li ho salutati con gioia.
Rosmarina e il movimento. Parole che, giustapposte, non hanno significato :)
Ah, ma ti prego, spalle da rugbista. Ma se hai una figura così fine!!!
Ah ah ah.. mi fai morire!! ^__^ Sei la riprova che tutto si può superare: da fobica ad atleta!
Adesso mi scervello per trovare uno sport che non hai praticato! Sei tremenda: super super attiva!! ^__*
Le barrette mi attizzano parecchio: è da un pò che sono sulla lista infinita.. chissà, un giorno.. eventualmente prima assaggio le tue!! ^________^
Un bacione e buona settimana!!
@Marina: ahaha il nostro vissuto sportivo è più o meno simile! però io ero convinta di essere una sportiva dentro, non so se mi spiego :P e invece no, meglio che mi dia alla granola! sì, ho presente fanny e le sue meravigliose creazioni *_* ma poi l'hai fatta, la lemon meringue pie? io la feci sottoforma di maneggevoli e gustose tartellette, adoro le miniature :)
(è stato appurato all'unanimità che non ho delle spallone, anche se vi giuro che sono possenti; tuttavia, non mi dispiacciono)
@Anemone: davvero! "come vincere una paura e metterla in pratica", sono la riprova vivente che tutto è possibile :D le barrette le devi provare, sono veramente veloci e danno un sacco di soddisfazione! baciotti
queste barrette impazzano nei blog..e a noi piacciono moltissimo! finisce che prima o poi proviamo a farle pure noi ;)
un bacione
burro, miele, zucchero e frutta secca in pochi centimetri cubici...un vero concentrato di energia!
è bello vedere una ragazza che si prepara da sè le barrette! Complimenti! E anche per l'attività fisica,io la piscina l'ho lasciata dopo 20 giorni...troppo freddo nei tragitti vasca-doccia! Spero tu possa trovare qualcosa di carino nel mio blog,ogni tipo di commento (senza parolacce) è benvenuto!
@manu e silvia: sì, le dovete assolutamente provare :)
@Michelangelo: questo però è un carburante sano :P eheh
@matteo: eheh grazie :D sono passata dal tuo blog!
sono liiiiiibera liiiiiibera liiiii..aspè..no..non lo sono.. era solo il primo esame della sessioneeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee ;___;
*si abbandona ad un pianto disperato e depresso*
per la cronaca quando ieri ho letto il post (ma ero troppo stanca per commentarlo:p) ero appena uscita dai miei classici 45minuti di doccia post esame. La trovo la cosa più rilassante e liberatoria che ci sia! Il che è fantastico perchè a casa mia c'è sempre la fila (leggi lotta) per la vasca idromassaggio, e io mi trovo con il bagno dotato unicamente di doccia sempre a mia disposizione!
Lo sport...punto dolente. Mai riuscita a farmene durare uno. Il nuoto lo odiavo, lo odiavo sul serio. L'odore del cloro, gli occhi che bruciavano le condizioni dei miei capelli costretti in quelle dolorosissime cuffiette che manco servivano a molto visto che finivo sempre col fare lo shampoo. La danza la trovavo lenta e ridicola. La ginnastica artistica carina, ma il non essere 1me50 per 35kg mi creava qualche problema. Il tennis, forse, è l'unico che abbia davvero fatto presa. Ho interrotto solo perchè iniziava l'università, ma una partita ogni tanto la faccio sempre con piacere. Attualmente il mio unico sport è correre nel parco sotto casa, tutte le mattine appena sveglia (anche se il clima romano è un mesetto che mi boicotta, la pioggia per me è causa giustificante di mezz'ora di sonno in più) però stranamente quando torno, dopo la doccia, la fame è completamente assente. Non so quale sia il fenomeno fisico (tu che sei futuro medico puoi spiegarmelo?) ma anche solo venti minuti di corsa mi chiudono lo stomaco per almeno un paio d'ore!
Considerato il fatto che ho una passione insana per le barrette ai cereali (semi, cereali, e frutta secca!Tutte le mie passioni in un unico dolce!) potrei provare a prepararle e lasciarle pronte sul tavolo così quando esco dalla doccia me ne viene voglia e pongo fine a mesi di colazioni a base unicamente di thè verde!
Intanto, mi sono appena accorta che è uscito il sole. Vado a recuperare quello che non ho fatto stamattina causa sonno arretrato. Sperando che poi non mi tocchi aspettare le cinque per pranzare =___=
Baci
Tesh
@tesh: altro che se sei attiva, mia cara :D
la corsa appena svegli pfff meglio una scodella di latte&cereali. è normale che lì per lì ti si chiuda lo stomaco, ma successivamente ti dovrebbe venire una fame da lupo :P forse sei un'eccezione che conferma la regola, non so; io però non ce la potrei fare con una colazione a base esclusivamente di tè verde! ma insomma come è andato questo esame? dai, sei parzialmente libera :) e a Roma spunta anche il sole! qua non si vede da chissà quanto, clima apocalittico -.-" le barrette però, se racchiudono tutti gli ingredienti che ami, le devi provare eh. baciii
Posta un commento