lunedì 23 novembre 2009

CH3OH - Torta di ricotta e amaretti


Torta ricotta e amaretti, inserito originariamente da la tartina.

Io li invidio, quelli là. Sì, proprio loro: quei personaggi raffinati che riescono, agitando dolcemente il bicchiere, annusando impercettibilmente il liquido contenuto in esso, portandosene alla bocca una sola stilla, e assaporandola con ogni senso a disposizione, dare un congruo ed ineccepibile giudizio sul vino che hanno appena degustato. Gli esperti di vigneti, di bollicine, di metodo classico o champenois, di terroir e zone di produzione: quelli che sanno riconoscere l'annata del Barolo che stanno bevendo. I sommelier, insomma. Se prima questo era un mestiere poco affermato o del tutto sconosciuto, oggi invece sta tornando alla ribalta. Io sono estremamente affascinata da questa figura, che fa dell'alcol non un vizio, ma una virtù. Nonostante la dissacrante interpretazione che è stata fatta di tale mestiere dal comico Antonio Albanese (come non ricordare il suo spassoso "E’ un grave del Friuli, senz’altro. Non può che essere il '98, non c’è dubbio. Millesimato. E’ un vitigno di Cormons, questo è chiaro. Esposto senza alcun dubbio a Nord-Ovest, stiamo trattando con le cantine Tubarelli. Il tutto stagionato in botti di Ciliegio"?), è stato addirittura istituito un Ordine dei Sommelier. La mia ammirazione infatti, piuttosto che a David Fishman (celeberrimo critico gastronomico), va a Luca Gardini, ventottenne milanese che si è aggiudicato da poco tempo il titolo di miglior sommelier d'Europa. Non voglio togliere nulla agli scrupolosi critici gastronomici che si ritrovano a visitare anche 100-150 ristoranti all'anno (pro: assaggio dei piatti più disparati e succulenti della cucina mondiale contro: evidenti problemi di linea), ma diciamo che la mia stima va più a questi amanti del vino e dell'alcol. La spiegazione razionale in tutto ciò, sta nel semplice fatto che io e l'alcol non andiamo proprio d'accordo. Innanzitutto non so mai come scrivere questa maledetta parola: alcol, alcool, alcohol? Ma soprattutto, sono proprio le mie papille gustative che non lo accettano di buon grado. Solo negli ultimi due anni mi sono data a bere spumante, champagne, birra e drink da aperitivo: prima anche solo l'odore mi faceva venire il mal di testa. Tuttavia, i superalcolici o il vino io proprio non li sopporto! Appena ingerisco anche una minima quantità delle sostanze sopracitate, la mia faccia si contrae come una prugna secca, iniziando a fare smorfie come se fossi stata appena avvelenata. Il sapore forte dell'alcol decisamente non mi si confa. Per questo ho elaborato una strategia: non respirare e buttare giù il contenuto (a piccole dosi, ovviamente), come se fosse uno sciroppo contro la tosse! La strategia è volta a salvaguardare aperitivi e eventi di social life in cui chiedere un'acqua tonica o un Crodino è decisamente fuori luogo. In realtà mi piacerebbe pasteggiare con un bicchiere di vino, ritenuto, oltre che buono, anche chic ed estremamente salutare. Ma è più forte di me, io e l'alcol non andiamo granché d'accordo. Su un fatto però saremo sicuramente d'accordo: cosa è più buono, un bicchiere di Pinot grigio, o due bicchierini di rum&pera bevuti alla velocità della luce sul bancone di un bar squallido? Poiché la risposta è scontata, viene anche da domandarsi come possa essere l'alcolismo una piaga dei giorni nostri. Perché - mi chiedo, i giovani non vedono l'ora che sia venerdì o sabato (o tutti e due) per ubriacarsi e andare completamente di fuori? Io non mi riferisco ad una leggera ebbrezza, che può essere anche piacevole facendoti apparire tutti simpatici e bendisposti verso la tua persona. Io parlo di coma etilici, riguardanti anche ragazzini molto, molto giovani e piccole realtà, ben distanti da metropoli, capitali e perfino capoluoghi. Non si può più parlare di gusto, e neanche di divertimento nell'ingerire una spropositata dose di alcol e non ricordarsi più nulla il giorno dopo della serata appena trascorsa. Quindi brindiamo alla riscoperta del gusto dell'alcol, bevuto con piacere e moderazione. Cin-cin.

Vi ricordate la mia assennata ricerca al dessert perfetto? Ebbene, la ricetta che sto per proporvi si colloca sul podio, in forte contrasto con la pluripremiata crostata ricotta e marmellata. Prima di poco tempo fa non sopportavo una goccia di alcol neppure nei dolci! Ho vinto questo stupido pregiudizio ieri mattina, versando nell'impasto della base un bicchierino di Cointreau (al posto del rum, previsto nella ricetta originale che ho trovato sul forum di Cookaround), che ha donato alla base soffice quanto un pan di spagna un sapore unico (che si dia il via ad una lunga serie di impasti liquorosi)! Sopra la base, la crema di ricotta e amaretti rimane morbida, fresca e scioglievole al palato; per finire, la croccantezza dello strato di granella di mandorle, che si tostano dopo essere state in forno. Assolutamente da rifare.


Torta di ricotta e amaretti

Ingredienti

per la base:
200 g farina 00
100 g zucchero
100 g burro
50 g latte
un bicchierino di rum o di Cointreau (o di caffè)
1 uovo
mezza bustina di lievito per dolci
una bustina di vanillina
un pizzico di sale

per la crema:
250 g ricotta fresca
200 g amaretti
100 g zucchero
1 uovo

per la copertura:
50 g mandorle
zucchero a velo

Procedimento

per la base:
Servendosi delle fruste elettriche, montare l'uovo con lo zucchero fino ad ottenere un composto chiaro e spumoso. Aggiungere il burro quasi fuso senza sbattere troppo. Quindi, unire anche il latte, il liquore prescelto, il sale e la vanillina. Mescolare con un cucchiaio e infine incorporare anche la farina ed il lievito. Mettere subito la crema ottenuta in uno stampo (se rettangolare 24x24 cm, se rotondo di 26 cm di diametro) rivestito da carta da forno, affinché si stenda meglio.

per la crema:
Montare l'uovo con lo zucchero utilizzando le fruste elettriche. Aggiungere quindi la ricotta e gli amaretti sbriciolati, mescolare e versare sull'impasto precedente.
Cospargere la granella di mandorle, distribuendola uniformemente.

Infornare in forno preriscaldato a 180° per 40-45 minuti circa. Una volta cotto, far raffreddare il dolce, poi spolverizzare di zucchero a velo.

16 commenti:

eli ha detto...

Cara Tartina, finalmente riesco a passare dal tuo blog mi ero persa i buoni biscottini del post precedente.
A proposito di alcol, mio marito non ne beve una goccia, di nessun tipo e adesso che il vino va tanto di moda, alle cene di lavoro c'è sempre qualcuno che lo guarda come se fosse un UFO. ma lui se ne frega, si fa una risata e beve la sua mezza minerale alzando pure il calice per il brindisi.
Non buttarti giù una roba che non ti piace, come se fosse un medicinale, beviti il tuo crodino (o quello che preferisci)) a testa alta e infischiatene di cosa pensano gli altri ;)
E' un consiglio da mamma lo so! (non volermene :))))
Un bacione!

Serena ha detto...

A me il vino piace molto e, per la verità, gradisco anche cocktails, aperitivi e simili, ma non posso che deprecare gli eccessi... per un aperitivo trendy, a mio parere, si può "ripiegare" con dignità su un succo di pomodoro "condito bene" (mi raccomando, specificalo, fa molto "figo"), che, tra l'altro, è un aperitivo nel vero senso della parola, perché predispone a mangiare (anche le schifezzuole dell'apericena) e non "intossica". Ed è molto sano e leggero.
Però, come vedi, un goccio di liquore negli impasti dei dolci, aiuta molto ad esaltarne il gusto, ho come idea che questa torta sia, infatti, profumatissima, anche grazie agli amaretti, che amo molto, non tanto in sé, quanto nei dolci

Carolina ha detto...

Anche io non bevo niente del genere...
E rischio di venir guardata storta tutte le volte! Fortuna che mi sono trovata un fidanzato che è persino allergico (ma sul serio!)...
Comunque, trovo che abbia ragione Onde, perché si possono trovare delle valide e "trendy" alternative...
Buona settimana cara!

tartina ha detto...

@eli: eheh anche io sono scandalosa. tra un po' neanche ai brindisi in famiglia partecipo :|

@Ondina: quella del succo di pomodoro me la segno, cara... ;) grazie!
io come te gli amaretti li amo solo nei dolci, e qui ci stanno davvero bene: regalano alla torta un profumo divino e sono un'accoppiata vincente con la ricotta :D

@Caro: siamo le foodbloggers meno enobloggers della storia, quindi :) ahah grazie caro, anche a te!

Fiordilatte ha detto...

ich ich ecco l'ubriacona di turno. A me il vino piace molto :P in piccole quantità però. Preferisco il bianco ma sto iniziando ad apprezzare anche il rosso. Recentemente invece ho scoperto di amare la birra a patto che sia accompagnata dal cibo. Idem per il vino eh. Infatti quando esco dopocena punto sempre sul succo di frutta o sulla coca cola, che male c'è? Mi è capitato di fare l'aperitivo anche con un succo ACE!
Superalcolici no...non mi piacciono da bere così ma li uso nei dolci. Ho una propensione per il rum! Ah no, aspetta c'è una caso in cui bevo il rum...il daiquiri alla fragola! Mi piace perché è praticamente un frullato di fragole ^^

Sara B ha detto...

hai proprio ragione, ma finché passerà la linea del "bere è figo" i nostri ragazzi saranno in balìa di questo pericolosissimo cliché. e non solo perderanno salute e divertimento (quello vero), ma anche una sana e capacità di distinguere una cosa buona da mangiare (o da bere) da una che ti sfama e basta (o ti ubriaca e basta). speriamo bene! della torta che dire? ha un aspetto sofficioso e umidoso che mmmmmmmmmmmmmmm :-)

Manuela e Silvia ha detto...

A noi il vino piace molto ed ammettiamo di capirne anch equalcosina su come funzionano gli abbinamenti con il cibo! molte volte poi è proprio il vino ch erende speciale una ricetta..anche solo accompagnandola!
che buona questa torta! ci piace moltissimo!!
un bacione

tartina ha detto...

@Fiordilatte: ahahah anche a me piacerebbe poter dire che mi piace il vino :( e il caipiroska? ti piace? :*

@salsadisapa: concordo su tutto quello che hai detto. io tra i vostri "ragazzi" ci rientro, ma non vedo la necessità di ubriacarmi ogni finesettimana, ecco :D
gli aggettivi che hai utilizzato per descrivere la torta sono estremamente azzeccati! è sofficiosa e umidosa al massimo! ;)

@manu e silvia: quanto avete ragione, ragazze... delle volte è proprio il vino a esaltare il sapore di un piatto, anche se semplice! :) sono contenta che la ricetta sia di vostro gradimento, baci

Cuochella ha detto...

il dolce preferito dal mio ragazzo è proprio la torta di ricotta e amatìretti! quella che fa sua mamma ha un aspetto diverso però..vabbè ma gli ingredienti quelli sono!
per quanto rigaurda l'alcool: l'immagine della "prugna secca" rispecchia perfettamente anche la mia di faccia..ahimè..sono astemia (e questo mi crea un po' di problemi di "social life") ma a me naso tappato o no l'alcool mi fa proprio schifo (lo so...scusatemi...è una bestemmia per molti, immagino, lo capisco!)
Però c'è una nota di incoerenza..ultimamente sto iniziando ad apprezzarlo in cucina, forse perchè con la cottura l'alcool evapora e ne rimane solo l'aroma..buh..però dai è già un buon inizio no? no? nooo?-....ok ho capito...ve l asiete presa perchè hod etto che l'alcool mi fa schifo... -__-

:p

Günther ha detto...

complimenti per la ricetta, mi ha sorpreso molto il racconto del vino, sei sulla buona strada apprezzare un buon vino non è automatico ci si arriva dopo un percorso gustativo che può richiedere anni, il senso del gusto cambia ci vuole tempo, già il fatto che inizia a degustare i spumanti è positivo, e poi se già una cuoca formidabile

Giulia dans le noir ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Giulia dans le noir ha detto...
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Alex ha detto...

Bella la dissertazione sul vino....ma anche la ricetta:ricotta e amaretti...mmmm mi ispira un sacco!!

Giulia dans le noir ha detto...

Ciao cara! Che bella ricetta, mi piace l'abbinamento ricotta-amaretti (per quanto, in sè, gli amaretti non mi esaltino troppo)... e che bella e carinissima parentesi sul vino e sull'alcol. Anch'io, come te, non ho un buon rapporto con l'acol, anche per motivi di scrittura (ho adottato la dicitura "alcol" ma non so se è quella giusta... però è la più corta e questo me l'ha fatta preferire), come dici anche tu. E poi non avendo mai bevuto molto appena mi concedo qualcosa di alcolico (la mia più ampia concessione, nb, è la birra rossa con la pizza o il ponce in un locale di Livorno che lo fa divinamente).
Forse questa ansia di ubriacarsi fino a non capire più nulla, fino a perdere coscienza di sé e del mondo, è dovuta a una volontà di non pensare a sé, a quello che non va con sé o col mondo, in una psecie di stasi momentanea, che nulla risolve e nulla aiuta.
Complimenti sinceri per la ricetta e per la bella riflessione! :-)

Giulia


ps: Per l'indice, ti riporto quasi pari pari quello che mi ha detto Micaela.
Devi creare un post in cui inserire i link delle ricette, divisi per categoria o come meglio credi (primi, secondi, contorni, dolci etc): questo è un lavoraccio perché devi copiarteli tutti, uno per uno.
Poi devi andare nella finestra di blogger di gestione del blog, andare su layout e aggiungere un elemento html/Java inserendo il link del post con questo codice (ti linko la pagina che ho trovato perchè in altro modo non me lo faceva proporre... se inserisci il codice che li ti è dato ti appare il termine "Indice" o qualunque altra nome tu vuoi dargli collegato alla pagina)
A questo punto lo trascini sotto l’header e il gioco e fatto. ;-)
Spero di esser stata chiara ed esaustiva, se hai dubbi chiedimi pure.
Un abbraccio e buona serata

tartina ha detto...

@Cuochella: ahahah
il tuo ragazzo è proprio un buongustaio!
noi beh dai... può darsi che col tempo miglioreremo... come il vino :D ahahah

@Gunther: il tuo commento, se da un lato mi dà grandi speranze di un pacifico approccio col vino, dall'altro mi riempie di lusinghe! grazie, gun :)))

@Alex: sii l'abbinamento piace tanto anche a me ;) grazie!!

@Giulia: grazie cara, sei sempre carinissima! e anche molto efficiente direi! tanti tanti baci

Elice ha detto...

ciao tartina,complimenti per il blog.
Mi hai fatto venire tante idee golose,adesso però faccio merenda con una girella, che ho appena visto il blog loro e mi è venuta voglia!